venerdì 20 giugno 2025

Questione di gratitudine

 

Commento al vangelo della Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo (Corpus Domini) – 22 giugno 2025



+ Dal Vangelo secondo Luca (9,11-17)

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. 
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Commento

 Fossimo stati noi in una situazione simile, a chi sarebbe venuto in mente di ringraziare il Signore! E invece è proprio ciò che fa Gesù: di fronte a una folla da stadio – diremmo noi: fatta di 5 mila uomini più donne e bambini – egli prese quel cibo palesemente scarso e “alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione.” Nel culto ebraico la benedizione è sinonimo di ringraziamento. Esattamente lo stesso atteggiamento che egli ebbe durante la sua ultima cena con gli apostoli.
Il testo del vangelo di oggi è stato ovviamente scelto per accompagnare l’odierna Solennità del Corpus Domini ( Santissimo Corpo e Sangue di Cristo ). C’è una fortissima analogia tra la apparente scarsezza di quei 5 pani e due pesci per quella folla stanca e affamata, e la apparente scarsezza dell’amore di Cristo effuso al Padre per noi nel sacrificio della croce.
Il gesto del pane moltiplicato è molto eloquente proprio per questo: se qui Cristo si rivela Signore e Dio perché pur partendo dal poco, pochissimo, che noi uomini possiamo rendergli, egli è capace di sfamare il nostro nulla, nel Sacramento dell’eucaristia egli ha posto in modo definitivo il segno efficace del suo amore, che si moltiplica all’infinito, nel tempo e nello spazio, ogni qualvolta si celebra la Santa Messa.  Quel pane eucaristico è sovrabbondante e lo sarà fino alla fine dei tempi per accompagnare tutta l’umanità di tutti i tempi e i luoghi, fino alla fine del pellegrinaggio terreno. In Cristo, grazie a Lui, e al sostegno irrinunciabile del suo corpo eucaristico, noi creature giungeremo, sani e salvi, all’incontro finale col Padre. Resta un’ultima domanda: sapremo inserirci nella preghiera di ringraziamento di Gesù al Padre? O al contrario continueremo a lamentarci che il cibo è poco, che ci manca tutto, che tutto sembra perso, che non ci aiuta nessuno? La moltiplicazione della grazia, per quanto sta in noi, è anzitutto questione di gratitudine al Padre, fiducia nella presenza perenne del suo Figlio con noi e in noi, e custodia della comunione con il prossimo nello Santo Spirito di Dio.