fra Damiano Angelucci da Fano ( OFM Capp): frate itinerante
giovedì 21 novembre 2019
Commento al Vangelo della Solennità di Cristo Re dell'Universo - 24 novembre 2019
La svolta "sovranista" di Gesù di Nazaret
TESTO (Lc 23,35-43)
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso»
COMMENTO
"Salva te stesso!” – ecco la provocazione ripetuta tre volte a Gesù dai capi del popolo, dai soldati e infine da uno dei due malfattori. Anzi, il malfattore aggiunge nella più profonda disperazione “…salva anche noi!”
È il rimprovero che una schiera innumerevole di persone sofferenti, cristiane e non, ha rivolto e rivolge ogni momento a Dio. Se Egli è il creatore onnipotente e misericordioso verso gli uomini, perché non risparmia tanta sofferenza a milioni e miliardi di suoi figli?
La domanda sul perché del male, fisico o morale che sia, ha attraversato le epoche e le culture, e ha anche interrogato il cuore degli stessi cristiani, fino a far dubitare dell’esistenza di Dio, o comunque di un Dio benevolo.
L’odierna festa di Cristo Re dell’Universo ci pone davanti, non a caso, proprio il Cristo crocifisso, per condurre la nostra attenzione alla radicale ed essenziale vittoria di Cristo sul male.
Il regno di Dio non è di questo mondo (lo disse Gesù stesso a Pilato durante il processo), perché egli non regna esercitando una violenza più forte, o facendo valere un’autorità più tirannica, ma collocandosi in un’altra prospettiva, quella dell’amore eterno di Dio Padre.
Egli non mercanteggia né si associa ai poteri umani, ma ci ama in Dio, e accettando la morte, da risorto riporta nella gloria eterna di Dio Padre non solo la sua vittoria personale, ma anche la vittoria di tutti coloro che si volgono a Lui (come il malfattore pentito)
Qui ed ora Cristo regna veramente.
Cristo regna nel cuore di coloro che accolgono le sue parole di vita e il suo Santo Spirito, e si inseriscono così in modo vitale nel suo corpo storico che è la Chiesa.
Egli già da ora regna sull’odio e sulla disperazione, donandoci in questo tempo una consolazione ineguagliabile.
Ma siamo certi che questo Regno diventerà per sempre e per tutti una vittoria definitiva quando egli tornerà, come diciamo nel Credo, a giudicare i vivi e i morti!