lunedì 19 agosto 2019

Commento al Vangelo della XX Domenica del TO anno C; 18 agosto 2019




La Pace chiede verità


TESTO (Lc 12,49-53)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».


COMMENTO

Gesù annuncia che sarà causa di dissenso perché già la sua venuta lo è stata fin dai suoi inizi. La sua nascita scatenò la paura di perdere la propria regalità in Erode che uccise bambini innocenti nei dintorni di Betlemme, nel tentativo di sopprimere il vero re dei Giudei. Il vecchio Simeone quando i suoi genitori lo presentarono al tempio profetizzò: “Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione” (Lc 1,34). Al suo ingresso in Gerusalemme circa trenta anni dopo, la folla gridò entusiasta “Osanna al Figlio di Davide” ma pochi giorni dopo, forse proprio la stessa folla urlò: “crocifiggilo!”

No, la pace che Gesù è venuto indubbiamente a portare non è il frutto di accordi diplomatici o di compromessi; è piuttosto il frutto dell’accoglienza di un amore così grande che non può essere più nascosto, di un amore che rivela quel cuore misericordioso del Padre di ogni creatura che non vuole escludere nessuno dal suo desiderio di salvezza dell’uomo, che guarda non l’apparenza ma la sincerità della coscienze e che necessariamente mette in evidenza la tenebra dei falsi, di chi cerca se stesso piuttosto che Dio. 

La divisione profetizzata da Gesù tra figlio e padre, o tra suocera e nuora non è quindi lo scontro nato dal desiderio dell’uno di imporsi sull’altro perché accetti il proprio credo religioso, ma l’inevitabile scontro tra i figli della luce e i figli delle tenebre, tra chi non ha paura della luce perché cerca il bene e chi preferisce rimanere nel buio perché sa che le sue opere sono malvage e non vuole che siano conosciute…”Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte” (Gv 3,20). Lo scontro tra chi ha deciso di spendere la vita per far felice l’altro immergendosi (leggi: battezzandosi) nell’amore del prossimo, e chi ha deciso (sbagliandosi) che si possa essere felici servendosi dell’altro.