giovedì 19 luglio 2012

Commento Vangelo XVI Dom TO Anno B, 22 luglio 2012

L'essenziale


TESTO (Mc 6,30-34)

 Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.


COMMENTO

Domenica scorsa abbiamo ascoltato le parole d'invio dei dodici in missione, e oggi assistiamo al ritorno di questi dopo straordinari risultati: guarigioni prodigiose, cacciata di demoni e altre simili gesta.
Gli apostoli dovevano sentirsi quanto meno entusiasti di ciò che forse neanche loro avrebbero potuto immaginare e potremmo facilmente immaginare la concitazione dei loro racconti nel riportare a Gesù i dettagli e i particolari di "quello che avevano fatto e insegnato".

Possiamo ugualmente immaginare le folle deliranti d'entusiasmo alla notizia di tali gesta, e non fatichiamo a  figurarci il quadro descrittoci dall'evangelista sull' iper-lavoro degli apostoli: "non avevano più neanche il tempo di mangiare".
Succede un po' la stessa cosa anche da noi oggi in Benin. Quando si sparge la voce che c'è un mezzo mistico che fà guarigioni, o un prete che è particolarmente efficace nello sccciare i demoni, sono folle di persone che si radunano: malati, poveri, persone sofferenti in generale, tutti alla ricerca della guarigione, della soluzione dei loro problemi e delle loro sofferenze.

La saggezza di Gesù invita gli apostoli alla calma, al riposo e ad andare in disparte: il successo, l'entusiasmo possono distoglierli dall'essenziale che in quel momento della loro storia è di restare vicino a Gesù, alla sua scuola, alla sua presenza.
La saggezza di Gesù và all'essenziale anche nei confronti delle folle. La compassione di Gesù verso di esse è grande, non tanto nel senso di saziarli con altri gesti e segni mirabolanti, quanto piuttosto nel senso di dare loro ciò di cui avevano bisogno: il Pane della Parola ... "e si mise a insegnare loro molte cose".

Un fraterno e umile rimprovero che a volte ho fatto ai miei amici sacerdoti beninesi e di non dare abbastanza spazio all'insegnamento della Parola di Dio; si organizzano in molte parrocchie lunghe novene e Messe di guarigione contro il Maligno, contro gli spiriti cattivi, contro le malattie, ma non si da abbastanza spazio alla spiegazione della Parola di Dio. Ciò che mi rinfranca è che anche il Vescovo di Cotonou, alla fine della sua recente visita pastorale, ha detto che quando non si dà spazio alla Parola di Dio si fà molta fatica a vivere gli atteggiamenti cristiani. La Parola di Dio ascoltata, celebrata e vissuta è l'unica fonte di qualsivoglia esperienza cristiana. Gesù di fronte alle folle avrà forse deluso più di qualcuno mettendosi a insegnare loro molte cose, ma questo era e resta l'essenziale: ascoltare e comprendere gli insegnamenti del Signore, perché la sua Parola diventi vita e perché diventi un segno  sacramentale di salvezza eterna.